Giuseppe
Verdi - Aida |
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NOTA
Il coronamento più prezioso degno di
una stagione intervallata da momenti di grande classicità
e di immensa poesia; Giacomo Agosti, dopo il successo con la
Traviata, la Bohème, la messinscena de Pagliacci e ancora
Lucia di Lammermoor, chiude la sua stagione lirica al fianco
dell’Associazione Il Nuovo Mondo con l’allestimento
de l’Aida di Giuseppe Verdi, capace di commuovere nella
sua essenzialità espressiva.
Una grande storia d’amore; questa è
Aida, l’opera scritta da Verdi con l’intento di
oltrepassare con il dardo dell’eros le classi sociali
e l’animo del pubblico. La drammatica vicenda amorosa
dell’uomo libero Radames che si innamora della schiava
Aida, condannato con la sua amante alla crudele e atroce morte
smuove ancora le lacrime e non solo dei più romantici.
La lente di Verdi si è soffermata ad osservare anche
tutto ciò che circonda i due amanti e a tutto il trambusto
che un amore contrastato può suscitare.
Il Teatro Caboto si cimenta ancora una volta nei virtuosismi
dell'opera lirica e ne esprime le potenzialità attraverso
l'energia travolgente dell' "Aida" del maestro Verdi.
La regia, rimanendo fedele allo sguardo indagatore dell'autore, vuole
soffermarsi, insistere e accarezzare le contraddizioni
e la forza dell'amore, che si manifesta in quest'opera.Il teatro
Caboto presenta un'Aida fluida come il Nilo che si sviluppa
anzitutto come fatto scenico, fisico. Il canto è un gesto
e il pianoforte è presente e prepotente come un attore.
Rappresentata più piccola nelle dimensioni, senza coro
né orchestra, l'opera lavora in profondità, sull'immaginazione
dello spettatore. "Ci saranno gli elefanti?" "Sì'"
rispondiamo noi..
VI ASPETTIAMO
QUELLO CHE DI NOI C'E' IN "AIDA"
L'Aida è una delle più grandi
storie d'amore mai raccontate. Da vero coetaneo di Wagner, Verdi
lavora sul principio travolgente dell'energia amorosa, che attraversa
le classi sociali dell'antico Egitto.
Radames e' il capo delle guardie del Faraone. Innamorato di
Aida, una schiava etiope, e' oggetto di spietate attenzioni
da parte di Amneris, la figlia del Faraone. Radames parte
per combattere gli Etiopi e ottiene una nuova vittoria. Aida lo
attende, travagliata dal contrasto tra l'amore per il suo popolo
(all'insaputa di tutti, e' la figlia del re degli Etiopi) e
quello per Radames, che accende Amneris di nuova gelosia. Tra
i prigionieri al seguito di Radames c'e' - sotto mentite
spoglie - Amonasro, padre di Aida e re degli Etiopi. Amonasro
chiede alla figlia di farsi rivelare da Radames un'informazione militare
necessaria a organizzare la riscossa da parte degli Etiopi.
Afflitta da un nuovo, atroce dilemma, Aida acconsente - ma al
momento dello scambio di informazioni, Radames viene sorpreso
dal capo dei sacerdoti di corte, Ramfis, e imprigionato con
l'accusa di tradimento. Amneris cerca invano di ottenere
la sua salvezza, chiedendogli di rinunciare ad Aida. Radames
si lascia seppellire vivo dai sacerdoti ma morra' con una splendida
sorpresa : Aida e' entrata nella tomba prima di lui per
spirare tra le sue braccia.
Abbiamo cercato di lavorare sull'immaginazione dello spettatore,
nella cui memoria Aida ha un posto di riguardo e particolarmente
caro. Aida fluisce come il Nilo, rispettosa dei passaggi registici
voluti da Verdi, che ha avuto un'attenzione inusuale- in quest'opera
- per la dinamica degli attori-cantanti. Un'Aida compatta, che
porta inesorabile alla chiusura della pietra fatale.
Giacomo Agosti |
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Opera in quattro atti
Libretto di Antonio Ghislanzoni da un soggetto di Auguste Mariette,
elaborato da Camille Du Locle e Giuseppe Verdi Prima rappresentazione:
Il Cairo, Teatro dell'Opera, 24 dicembre 1871
Personaggi: Aida, schiava etiope, figlia del Re d'Etiopia
(soprano) Radamès, capitano delle guardie (tenore)
Il Re d'Egitto (basso) Amneris, figlia del Re d'Egitto (mezzosoprano)
Amonasro, re d'Etiopia (baritono) Ramfis, capo dei sacerdoti
(basso) L'azione si svolge a Menfi e a Tebe, al tempo dei
Faraoni, intorno al XIX secolo a. C.
ATTO PRIMO
Radamès, capitano delle guardie reali, apprende da
Ramfis, capo dei sacerdoti egiziani, che gli Etiopi minacciano
i confini dell'Egitto. Radamès si augura di essere
il prescelto dal Re per il comando dell'esercito egiziano
così da poter, in caso di vittoria, ottenere la libertà
di Aida, la prigioniera etiope schiava di Amneris, figlia
del Re egiziano, che lui ama, ricambiato. Arrivano Amneris,
anch'essa innamorata di Radamès, ed Aida che, con la
sua apparizione, suscita un certo turbamento in Radamès,
cosa che non sfugge alla gelosa principessa. Nel frattempo
entra il Re il quale viene informato che Amonasro, Re etiope,
è già in marcia diretto a Tebe con il suo esercito.
A Radamès viene affidata la guida dell'armata egiziana
e la nomina viene salutata da un inno di augurio, al quale
si unisce anche Aida che auspica la vittoria di Radamès
anche se gli sconfitti sarebbero il suo stesso popolo e soprattutto
il Re etiope Amonasro, suo padre. Nel tempio di Vulcano intanto
i sacerdoti invocano Fthà, creatore del cosmo, e Ramfis,
mentre le sacerdotesse intrecciano danze religiose, consegna
a Radamès le armi sacre.
ATTO SECONDO
Radamès, dopo aver sconfitto Amonasro, ritorna a Tebe
dove si prepara un'accoglienza trionfale. Ad attenderlo c'è
naturalmente Amneris che, sempre sospettosa dei sentimenti
di Aida che potrebbe portarle via l'amato, per scoprire la
verità le tende una trappola comunicandole la morte
di Radamès sul campo di battaglia.
Aida a questa notizia non riesce a trattenere
il pianto. Amneris a questo punto è ormai certa dell'amore
della schiava per Radamès e ne ha un'ulteriore prova
quando le confessa di aver mentito circa la sorte del condottiero.
Radamès è vivo e Aida non riesce a celare la
sua gioia, inginocchiandosi per ringraziare gli dei. Ormai
le due donne sono rivali. Aida chiede pietà, visto
che l'amore è l'unica cosa che le resta. Amneris, ormai
folle di gelosia, la minaccia ricordandole la sua forza e
superiorità quale Figlia di Faraoni. Aida vorrebbe
rivelare ad Amneris la sua vera identità di principessa
e, dopo aver invocato gli dei affinché concedano al
suo animo tormentato un po' di pace, segue Amneris incontro
al trionfo di Radamès, che entra in Tebe con una folla
enorme che saluta il ritorno dell'esercito e dei prigionieri
etiopi. Tra questi si trova Amonasro, che dice di essere il
padre di Aida, riuscendo a mantenere nascosta la sua vera
identità di re che afferma di aver visto morire eroicamente
sul campo di battaglia. Implora la grazia per tutti i prigionieri
e la sua richiesta è sostenuta da Radamès che
reclama così il premio offerto per la vittoria. Ramfis
inizialmente si oppone, visto che liberare tutti i prigionieri
può essere pericoloso. Radamès insiste, visto
che i nemici non possono ormai più far niente, visto
che il loro re è morto. Allora Ramfis suggerisce di
di dare la libertà a tutti, tranne ad Aida e al padre,
che vengono trattenuti come ostaggi. Il Re d'Egitto acconsente
e decide di dare ancora un premio a Radamès, concedendogli
in sposa la figlia Amneris e nominandolo suo successore al
trono. Amneris è felice e iniziano gli inni e le danze
di gioia, mentre Radamès non vuole rinunciare al suo
vero amore, Aida piange e Amonasro pensa alla vendetta.
ATTO TERZO
Amneris va al tempio con Ramfis per la veglia nuziale mentre
Aida è in attesa di Radamès sulle sponde del
Nilo per quello che lei crede un ultimo addio. Aida piange
sulla sua patria quando giunge Amonasro che le promette che
potrà rivedere le foreste dell'Etiopia, visto che il
suo esercito si sta riorganizzando. Chiede alla figlia di
scoprire da Radamès quale sarà la strada percorsa
dall'esercito egiziano per poterlo distruggere in un'imboscata.
Aida ascolta il padre che le dipinge la patria distrutta dall'armata
egiziana, senza il suo aiuto. Dopo molte esitazioni decide
di assecondarlo e, quando arriva Radamès, che ha preso
la decisione di rivelare al Re il suo amore per Aida, lo convince
a fuggire con lei. E mentre stanno partendo Aida pone a Radamès
la fatidica domanda "Per quale via eviteremo le schiere
degli armati?". Radamès, senza pensarci, risponde
che le gole di Napata saranno deserte per tutta la notte.
Amonasro, nascosto, sente ed esulta alla notizia. Ma anche
Amneris, mentre esce dal tempio ha udito tutto ed indica i
traditori a Ramfis e a tutti i sacerdoti. Amonasro si avventa
contro Amneris con un pugnale, ma Radamès le fa scudo
e, mentre Aida e il padre riescono a fuggire, si consegna
prigioniero, professando la sua fedeltà all'Egitto.
ATTO QUARTO
Nella fuga Aida è scomparsa, mentre Amonasro è
stato ucciso. Amneris cerca di salvare Radamès, che
non si ritiene un traditore visto che ha rivelato il segreto
senza voler nuocere al suo popolo, offrendogli uno scambio:
intercederà per lui con il Re se giura che non rivedrà
mai più Aida. Radamès, che non aveva più
avuto notizie di Aida, viene così a sapere che mentre
Amonasro è morto, la sua amata è viva e quindi
rifiuta il patto. A questo punto Amneris, ormai folle di gelosia,
lo abbandona al suo destino. Quando scopre la terribile punizione
inflitta a Radamès per il tradimento, si dispera e
affronta i sacerdoti nel tempio, lanciando su di loro un anatema.
Radamès viene condannato a morire sepolto vivo sotto
l'altare del Tempio di Vulcano. Portato nel sotterraneo, che
viene chiuso con una pesante pietra, Radamès si prepara
a morire e pensa all'amata Aida che, penetrata furtivamente
nella cripta, ha deciso di morire tra le braccia dell'amato.
Mentre i due amanti, finalmente uniti, danno l'addio alla
vita, Amneris disperata prega nel tempio tra i canti delle
Sacerdotesse e implora la pace per l'uomo che ama.
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