Continua l’omaggio a Maurice Hennequin
da parte del teatro Caboto. Dopo “Le pillole d’Ercole”
e “Niente da dichiarare”, rappresentate nella scorsa
stagione, va in scena oggi un’altra commedia comica di
questo autore, contemporaneo di Feydeau e altrettanto geniale:
“Il colpo della strega” per la regia di Enrico Beruschi
e interpretata dagli attori della compagnia stabile del teatro
Caboto.
Non morali, né politiche, le opere di Hennequin (1863-1926)
propongono intrecci, giochi scenici, sempre ai limiti del paradosso
dove gli equivoci si accavallano uno sull’altro in un
susseguirsi esilarante ed ogni nuovo pasticcio fornisce agli
attori l'occasione per scatenare gag e battibecchi.
Enrico Beruschi non è nuovo alle regie. Da diversi anni
cura la messa in scena di opere liriche di tipo leggero, come
“Il Barbiere di Siviglia” e “L’elisir
d’amore” e conosce molto bene i testi di Hennequin,
avendone lui stesso portato in tourné il suo capolavoro:
La Presidentessa (riproposto recentemente da Maurizio Micheli
con Sabrina Ferilli, per la regia di Gigi Proietti).
La scelta del testo non è casuale. Dice lo stesso Beruschi:
“…il copione me l’aveva dato vent’anni
anni fa circa, Alberto Lionello, dicendomi « fallo tu
che sei più giovane di me…» e io l’ho
tenuto lì per anni senza mai metterlo in scena. Poi,
un giorno ho incontrato questa congrega di mattacchioni del
teatro Caboto e ho pensato che poteva essere proposta da loro…”
Lo spettacolo dura due ore, compreso l’intervallo. “Non
si devono mai superare le due ore” dice ancora Beruschi
“nemmeno sotto tortura, altrimenti subentra la noia. E’
vero che c’è gente che si sorbisce dei mattoni
tremendi di tre ore nei grandi teatri di cultura italiani, ma
noi siamo giovani e brillanti. Non possiamo permetterci nemmeno
un minuto di noia. Il scopo nostro è divertire senza
nessuna pretesa intellettuale”.
La trama de “Il colpo della strega si può riassumere
citando due battute del copione. Dice la moglie all’amica:
“…figurati che un mattino ricevo un biglietto anonimo
che diceva: « Suo marito la tradisce. Martedì ha
pranzato alla “patata d’oro” con una brunetta.
» Allora l’amica domanda: “ e il martedì
aveva pranzato fuori?” “No, è rimasto in
casa e non è mai uscito per tutta la serata” afferma
innocente la moglie.
Sia il biglietto anonimo che l’affermazione della moglie
corrispondono a verità: come è possibile?
Vi aspettiamo. |