The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde è un celebre
romanzo dello scrittore di Edimburgo, Robert Louis Stevenson.
Viene considerata la sua più importante opera e uno dei più
grandi classici della letteratura fantastica di tutti i tempi.
Durante i suoi studi sulla psiche umana e attraverso riflessioni
morali sulla propria condotta, il dottor Henry Jekyll giunge
ad una conclusione: « Sia sul piano scientifico che su quello
etico, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità,
la cui parziale scoperta mi ha poi condotto a un così tremendo
naufragio: l'uomo non è uno, ma due. » Passando dalla teoria
alla pratica, Jekyll miscela varie sostanze ed ottiene una pozione
dagli effetti straordinari. Essa spacca l'unità dell'essere
umano. Sperimentando la pozione su di sé, il dottor Jekyll subisce
una trasformazione tale da far emergere la sua seconda natura,
quella delle sue inclinazioni attratte dal male, soppiantando
completamente la propria identità personale. Lo spettacolo mette
in scena il romanzo. Con qualche licenza, il mio adattamento
è fedele alle parole del libro. Lo spettacolo è proprio la messa
in scena delle parole del romanzo. Come il coevo Oscar Wilde,
anche Stevenson appare, in quest'opera, affascinato dall'analisi
del male e delle ambiguità dell'animo umano. Nel racconto, che
colpisce innanzitutto per la trama avvincente e per un genere
misto fra giallo, noir, thriller d'azione e racconto del terrore,
viene evidenziato in maniera molto significativa quel naturale
"sdoppiamento" presente in ogni essere umano e che
Stevenson configura come la scissione del Bene dal Male. C’è
alla base del romanzo una proclama morale, un messaggio pedagogico
viene fuori in maniera indiretta, ma potente, non si può ignorarlo.
“Si può credere che l’autore abbia inteso dire che l’uomo può
essere diviso in due individui, uno buono ed uno cattivo. Ma
il vero significato della narrazione è che l’uomo non può essere
diviso in tal modo perché, mentre il male non si interessa del
bene, il bene non può non interessarsi del male.” Effetti, musiche
e scenografie, tutto pensato e creato appositamente in occasione
di un allestimento che vuole mettere in scena la fantastica
trovata di uno scrittore che, come Edgar Allan Poe, attingeva
direttamente dal sogno. Operazione a carattere culturale che
vuole riscoprire il romanzo originale, le 100 pagine scritte
da Stevenson che hanno dato origine ad una serie numerosissima
di trasposizioni cinematografiche, teatrali, musicals. L’immaginario
collettivo si è poi sviluppato attorno alla figura di mister
Hyde, rappresentata in mille modi, quasi sempre come un mostro.
Nel romanzo, Mr. Hyde si configura come un essere spietato,
primordiale, a tratti quasi meccanico, emblema del demonio e
della scelleratezza umana, colui e il solo che, "nel novero
degli umani, era il male allo stato puro", come appare
chiaro da questo estratto che riporta i pensieri dell’avvocato
Utterson dopo l’inquietante incontro con Hyde: « Dio mi perdoni
ma non mi sembra nemmeno un essere umano. Dà l’idea, come dire,
di un essere primordiale! Oppure si tratta dell’influsso di
un’anima immonda che si manifesta al di fuori, trasfigurando
il bozzolo che la contiene? Forse proprio di questo si tratta,
dal momento che, mio povero Henry Jekyll, se mai mi fu dato
di scorgere l’impronta di Satana su di un volto, l’ho vista
su quella del tuo nuovo amico! ». Ma nel romanzo, due sono gli
episodi narrati in cui Hyde commette le sue malefatte. Uno,
all’inizio, quando, urtata una bambina per strada, Hyde passa
oltre, calpestandola e l’altro quando massacra a bastonate un
membro del parlamento inglese. E’ curioso come invece nelle
numerosissime trasposizioni cinematografiche, teatrali, musicals,
il personaggio di Hyde scateni tante vicende, anch’esse entrate
nella memoria collettiva , ma che non sono presenti nel romanzo.
Per esempio non c’è una figura femminile, sono tutti uomini,
mentre noi ricordiamo personaggi come la fidanzata ufficiale
di Jekyll e l’amante prostituta di Hyde o la cameriera di casa
Jekyll, ma in realtà nel romanzo questi personaggi non ci sono.
In una scenografia fatta di luce tagliata da ombre, si vede
questo romanzo tagliato in un atto unico. Il ritmo è serrato,
con alcuni effetti scenici pensati appositamente e che vogliono
tradurre la letteratura utilizzando la metafora teatrale, affidandosi
alla partecipazione intellettuale dello spettatore. Ho cercato
di far sì che lo spettacolo fosse bello da seguire, avvincente,
in modo che il pubblico potesse seguire il racconto dell’esperimento
che ha portato il dottor Jekyll al proprio sdoppiamento. Ho
tradotto il tema del doppio facendo interpretare Jekyll da un
attore e Hyde da un altro attore e sfruttando il gioco della
voce doppia, dei due corpi, dei due aspetti, dei due personaggi.
Non ho ritenuto di dover lavorare ricercando uno stile recitativo
consono al mondo vittoriano del 800, ma ho preferito una recitazione
moderna, che servisse la narrazione della vicenda ed a tratti
drammatica, epica, lirica. Il tema del doppio contorna l’intero
spettacolo. Con gli attori ho lavorato sul gioco della trasformazione,
sulla tecnica del racconto, sull’energia. Le mie indicazioni
come regista hanno sempre ruotato intorno ad un’unica frase:
“ Hyde è dentro di noi e compare solo quando noi lo nominiamo.
Lo evochiamo. Lo descriviamo. Lo facciamo vedere al pubblico
attraverso le parole di Stevenson. Allora appare.”
Gianluca Frigerio, Marzo 2010. |