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Note di regia

La cantatrice calva
di Eugene Ionesco
 
REGIA DI SERGIO MASIERI
CON
Gianluca Frigerio è il signor Smith
Debora Migliavacca Bossi è la signora Smith
Marco Schiatti è il signor Martin
Stefania Colombo è la signora Martin
Ettore Cibelli è il capitano dei pompieri
Milvis Lopez Homen è Mary
 
Dal 1950, allorché “La cantatrice calva” apparve sulle scene parigine del Théatre des Noctambules, molte cose sono cambiate. Dallo stupore scandalizzato della “prima” si è passati, ormai da molti anni, alla consacrazione ufficiale di tutta la critica, che riconosce a questa prima opera di Ionesco un posto preminente nella storia del teatro. Essa infatti segna una svolta decisiva nell’evoluzione delle forme drammatiche.

L’aspetto che immediatamente colpisce, ancora oggi, nell’opera dell’autore romeno trapiantato in Francia, è quello linguistico. Raramente capita di imbattersi in autori che usino le parole con tanta libertà e spregiudicatezza: Ionesco le deforma, le mutila, le concerta nei più bizzarri e gratuiti giochi di rime, giungendo a farne strumenti per effetti esclusivamente sonori.

Tra gli autori della cosiddetta avanguardia, Ionesco è quello più istintivamente dotato di senso comico e di gusto per il paradossale. Si tratta di una comicità funzionale, legata ai personaggi posti in scena ed al processo che l’autore fa loro subire. Personaggi opachi e meschini, intrisi di tutte le risciacquature della società, doppi, ipocriti, impegnati ad ingannare se stessi recitando la commedia della grandezza - o meglio, staremmo per dire, della verità.

Questa ”anti-commedia” fa intuire in quale direzione si svolgerà l’opera successiva dello scrittore. Il teatro di Ionesco abbonda di vaniloquio, di luoghi comuni, di banalità, di personaggi sussiegosi dominati da una sorta di automatismo psichico che li porterà fino al delirio.

I fantocci della “Cantatrice calva” sono le conchiglie vuote che le onde trascinano – schemi ormai senza contenuto di una società che continua a portarsi dietro un grottesco rispetto del rituale: non per niente l’azione si svolge in un salotto borghese.

“La cantatrice calva” viene presentata ogni sera ininterrottamente da oltre 50 anni al Théatre de la Huchette di Parigi.


NOTA DI REGIA

“Nella mia lunga carriera d’attore ho frequentato assiduamente il teatro dell’assurdo, sviluppando un gusto spiccato per tutti i suoi risvolti Il mio approccio registico a “ La cantatrice calva” sottolinea ed esaspera la comicità dell’opera. Presento i personaggi come manichini prossimi a disgregarsi insieme ai loro rituali: incapaci di vero ascolto, si ritrovano in un salotto a consumare il proprio tempo in conversazioni debordanti di luoghi comuni e in convenzioni radicate ed immutabili, in attesa che qualcosa di nuovo venga a portare un’emozione qualsiasi nelle loro vite. Vite che si consumano nell’assenza di un vero rapporto con i propri simili, sino alla frantumazione del linguaggio, che li proietta in un vortice di suoni inarticolati che sfocerà nel delirio.”

Sergio Masieri