home lascia il tuo commento trailers e foto foto di scena Baggio Teatro Caboto Caboto Teatro Kolbe teatro di prosa teatro in milanese teatro ragazzi stagioni teatro Caboto


Note di regia

Lampi di Tenebra
L’intento è quello di rappresentare le agghiaccianti, inquietanti e spettrali visioni di questi due autori senza tradire l’espressione letteraria con cui ci sono apparse. In pratica, la bellezza e l’efficacia quasi magica, di cui sono impregnate le pagine scritte da questi due autori, si perdono completamente quando si passa alla rappresentazione di quelle stesse pagine sul palcoscenico. Perché si tratta di una geniale e subdola letteratura che riesce a far vedere solo quello che unicamente leggendo possiamo vedere. Possiamo leggere di un vampiro, di un cadavere che parla, di un incantesimo, di un universo buio, di una casa piena di fantasmi e leggendo li vediamo.

Ma per vederli comparire davanti a noi sulle tavole di un palcoscenico è necessario adattare queste visioni alle difficili regole che formano uno spettacolo, vale a dire: la drammaturgia, la regia, la recitazione.

Drammaturgia che è stata elaborata durante il laboratorio “Medusa” attraverso una concreta collaborazione tra gli attori e i drammaturghi che, lavorando insieme sui singoli racconti, li hanno ridotti alla vicenda essenziale senza però tradirne lo spirito originale.

La regia, come a dire, la scelta della forma con cui si mette in scena la vicenda, ha, con convinzione, preso la decisione che la forma doveva essere quella della letteratura del racconto. In “Cuore Rivelatore” di Poe, ad esempio, il racconto rimane in prima persona e al tempo passato, ma viene recitato da due attrici contemporaneamente. In “Berenice”, sempre di Poe, un attore solista interpreta il racconto in concerto con il coro di attrici. In altri racconti, come “La vecchia terribile” o “Spettri” o “La musica di Erich Zann”, scritti da Lovecraft, la forma della rappresentazione è mista perché dal racconto individuale si passa alla scena dialogata e viceversa.

La recitazione: il lavoro sui personaggi che vivono quella vicenda. Personaggi intesi come coloro che danno voce e corpo alla letteratura di Poe e di Lovecraft. Personaggi che parlano di inquietanti, agghiaccianti, spettrali visioni. Forse, con un paragone un po’ azzardato, possiamo dire che i personaggi di questo spettacolo sono le pagine degli otto racconti da cui è tratto, pagine macchiate di sangue, piene di tenebre, pagine di nebbie, gatti, quadri, pazzi, licantropi.

Otto forme per rappresentare la letteratura di otto racconti, con otto vicende diverse e con personaggi reali cui capitano avvenimenti irreali. Ogni racconto si svolge in una sua atmosfera, con una sua luce e una sua ombra, una sua musica ed il suo silenzio.

Lo spettacolo dura 80 minuti senza intervallo.

NOTA AGLI AUTORI:

Edgar Allan Poe

E.A. Poe nasce a Boston nel 1809 da due attori girovaghi, entrambi morti di tisi. Nonostante i suoi ottimi voti, viene espulso dall'Università per i suoi eccessi alcolici e per i suoi debiti di gioco. Pubblica a sue spese ed anonimo un libretto di poesie che viene accolto dall'indifferenza generale e, per la delusione Poe decide di arruolarsi come soldato semplice nell'artiglieria federale. Alla fine del 1829 si trasferisce a Baltimora da una zia, che lo manterrà per tutta la vita, ed ha modo di pubblicare una seconda raccolta di versi. Per il racconto “Manoscritto trovato in una bottiglia”, nel 1835, vince un premio di cento dollari. Nel frattempo lavora nella redazione del Southern Literary Messenger, dove ben presto, per le sue eccezionali doti di giornalista, viene promosso vicedirettore. Il 22 settembre dello stesso anno sposa a Richmond la cugina Virginia Clemm, appena quattordicenne. Nel 1838 pubblica il suo primo ed unico romanzo “La storia di Arthur Gordon Pym”, che però non ha successo. L'anno successivo a Filadelfia pubblica, invece, una raccolta di tutti i racconti che aveva sino ad allora scritto, intitolata “Racconti del terrore e del grottesco”. Nel 1844 è di nuovo a New York, pubblica la sua poesia più famosa “Il corvo”, con la quale ottiene finalmente il successo che inseguiva da anni. Purtroppo per una serie di vicende il suo successo non dura a lungo. La moglie si ammala gravemente e lo scrittore non avendo i mezzi per farla curare, si dà all'alcol e al laudano. Si riempie di debiti di gioco e comincia a bere senza misura. Nel 1847 la moglie muore di tubercolosi e da questo momento in poi lo scrittore cade in uno stato di prostrazione e di disperazione da cui non uscirà più. Il 3 ottobre 1849 viene trovato in stato di incoscienza in una locanda di Baltimora, ricoverato al Washington Hospital, muore di delirium tremens il 7 ottobre alle cinque del mattino.

« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »

La fama, negatagli in patria, giunge però, oltre Oceano e postuma. Fu infatti il poeta francese Charles Baudelaire a riscoprirne l'opera e, grazie alle sue traduzioni, Poe diventerà uno dei più importanti punti di riferimento della Letteratura francese (tanto da farne il vero padre del Decadentismo), un modello da imitare tanto nell'arte come nella vita. Poeti come il già citato Baudelaire, Stéphane Mallarmé, Jean-Nicolas-Arthur Rimbaud, Paul Verlaine e narratori come Guy de Maupassant e Jules Verne sono infatti pesantemente debitori nei confronti dello sfortunato scrittore americano. A partire dalla seconda metà del secolo, anche letterati inglesi, come R.L. Stevenson, Oscar Wilde ed Arthur Conan Doyle, ne riconosceranno la grande originalità, subendone quella forte suggestione che è molto evidente in opere come “Il ritratto di Dorian Gray”, “Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde” ed il ciclo di Sherlock Holmes. La sua opera è pertanto oggi generalmente apprezzata e discussa, tanto che i suoi racconti vengono spesso inseriti in antologie scolastiche.

“…le realtà del mondo mi impressionavano come visioni e niente più che visioni, mentre le folli idee della regione dei sogni erano divenute, più che la materia della mia esistenza quotidiana, la mia esistenza per se stessa, in assoluto.”

La fama di Poe rimane comunque legata principalmente ai suoi racconti brevi. Racconti che sono il frutto di un intelletto lucido e spietato, di uno spirito analitico vigoroso e sottile, capace di analisi di incredibile complessità, quanto di un temperamento esasperatamente sensibile e di una fantasia libera e sfrenata. Racconti dove Poe mette a nudo la realtà dei sentimenti umani, partendo dai più forti: la paura della morte, i desideri sessuali contorti, l'angoscia derivante dal confronto con la propria stessa miseria, il terrore per l’ignoto. Racconti il cui filo conduttore comune è costituito da quel meccanismo psicologico inconscio - che Poe definì «demone della perversità» - che induce l'Uomo a volere ed a causare la propria rovina. L'orrore, in Poe, non nasce difatti dall'esterno, ma dall'interno, dallo smarrimento interiore dell'Uomo contemporaneo di fronte ad un mondo senza ordine né certezze.

« Dopotutto potrebbe essere vero che i miei racconti siano scritti per scherzare anche se è possibile che questo scopo sia rimasto ignoto in parte anche a me. »

Howard Phillips Lovecraft

« Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura »

Howard Phillips Lovecraft (Providence, 1890 –1937) è oggi riconosciuto fra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe. Quando Lovecraft aveva tre anni, suo padre cominciò a manifestare i sintomi di una psicosi acuta in un hotel di Chicago dov'era in viaggio d'affari. Venne portato in ospedale, dove rimase per il resto della sua vita. Colpito da paralisi, morì di sifilide quando Lovecraft aveva solo otto anni. Lovecraft fu un bambino prodigio: recitava versi all'età di due anni ed era in grado di comporre intere poesie già all'età di sei anni. Suo nonno lo incoraggiò nella lettura, fornendogli libri quali Le mille e una notte e versioni per bambini dell' Iliade e dell' Odissea. Il nonno stimolò anche l'interesse del piccolo Lovecraft verso la letteratura fantastica, narrandogli racconti gotici. Nel 1908 fu colpito da un forte esaurimento nervoso, in conseguenza del quale non conseguì mai il diploma di scuola superiore. Convinto sostenitore dell'intervento americano nella Prima Guerra Mondiale, si presentò volontario nel 1917 ma fu riformato, in quanto non superò l'esame fisico.

Nel frattempo, sempre in questi anni, cominciò a prendere forma la sua vasta rete di corrispondenti. La lunghezza e la frequenza delle sue missive fanno di lui uno dei più prolifici autori epistolari del secolo. Fra i suoi corrispondenti si possono citare il giovane Robert Bloch autore di Psycho e Robert Howard di Conan il barbaro. Ad una convention per giornalisti amatoriali, incontrò Sonia Greene. La donna era sette anni più vecchia di Lovecraft. Si sposarono nel 1924, ma qualche anno dopo la coppia si accordò per un divorzio e Lovecraft tornò a vivere con le zie a Providence. A causa della cattiva riuscita del suo matrimonio, alcuni biografi hanno ipotizzato che Lovecraft fosse asessuale; tuttavia, la moglie lo definì più volte "Un amante adeguatamente eccellente". A Providence, Lovecraft visse in una "spaziosa casa vittoriana di legno marrone" al numero 10 di Barnes Street e scrisse per le più importanti riviste pulp di quel periodo la maggior parte dei suoi racconti oggi più conosciuti . Nel 1936 gli venne diagnosticato un cancro all'intestino. Lo scrittore non informò gli amici della sua malattia per non amareggiarli e visse il resto della vita tormentato dal dolore fisico. Sulla sua lapide venne incisa la frase “Non è morto ciò che in eterno può cambiare”

Molti autori contemporanei di narrativa horror e fantastica, come Stephen King, hanno indicato Lovecraft come una delle loro fonti primarie di ispirazione e svariati film, fumetti e cartoni animati hanno attinto moltissimo alla sua opera « Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito. La ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura. »

Anche se Lovecraft è conosciuto soprattutto per le sue opere di narrativa fantastica, la maggior parte dei suoi scritti è costituita da lunghe lettere riguardanti una gran varietà di argomenti, dalla narrativa dell'orrore alla critica d'arte, alla politica e alla storia (circa 87.500 lettere) Come affermò con chiarezza lo stesso Lovecraft, il contatto epistolare con un numero elevato di persone diverse fu uno dei principali fattori che gli permisero di allargare la sua visione del mondo: « Mi trovai ad affrontare dozzine di punti di vista diversi, che altrimenti non mi avrebbero mai raggiunto. La mia comprensione e le mie simpatie si allargarono, molte delle mie idee sulla società, sulla politica e sull'economia si modificarono in conseguenza della mia accresciuta conoscenza. » Lovecraft, in uno scritto, distinse tre principali categorie nell'ambito della produzione letteraria: quella romantica, i cui sostenitori, sostiene, sono disposti anche ad accettare finzioni e falsità psicologiche; quella realistica, che secondo Lovecraft ha il pregio di descrivere fedelmente la vita, ma ha come limite il rischio di cadere nel banale; infine quella fantastica, l'unica in grado di soddisfare le aspirazioni e le esigenze dell’immaginazione.