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IL TEATRO CABOTO SI TINGE DI GIALLO

Quattro attori ed un titolo curioso: “Lo spillo spuntato” al Teatro Caboto dal 2 Maggio al 3 Giugno 2012, un giallo tratto da un romanzo di Edgar Wallace, messo in scena da Anna Battaglia e Gianluca Frigerio . Un’altra indagine del detective Reeder dal ritmo sempre sostenuto, incalzante, un racconto che si svolge tutto all’interno di una stanza, luci, ombre e musiche suggestive. Il dramma parla di gelosia, di ricatto, di delitti e di intrighi, attraverso il susseguirsi all’interno della vicenda, di un’incredibile serie di colpi di scena che nessuno spettatore sarà in grado di prevedere. Anche la figura del detective, Mr. Reeder risulta particolare, perché rimane a margine, capitando quasi casualmente al momento giusto e al posto giusto. I protagonisti sono: il marito, la moglie al suo secondo matrimonio ed un altro uomo, il giardiniere. Quando un oscuro passato viene a turbare un’apparente tranquillità, l’unica soluzione sembra essere il delitto. E se esistesse davvero il delitto perfetto?

Non si può dire nulla di più sulla trama, per non rivelare la sorpresa e il piacere dello spettatore di gustarsi l’imprevisto, il mistero, l’enigma de “Lo spillo spuntato“.

“Abbiamo ridotto all’osso la vicenda, tagliando molto il racconto originale ed ottenendo così uno spettacolo della durata di un’ora e trenta minuti. Abbiamo poi lavorato sulla costruzione dei personaggi, sull’uso della voce drammatica e sulla cosiddetta recitazione naturalistica. Inoltre l’uso delle luci, strutturato in modo da valorizzare il più possibile il gioco delle ombre, ha caratterizzato in modo determinante l’espressività della messa in scena al fine di portare lo spettatore ancora di più dentro il mistero dei personaggi.”

E’ uno spettacolo che il teatro Caboto ha già proposto nella stagione 2006-2007 e che ha riscosso un notevole successo grazie all’intrigo del testo, scritto da un maestro del giallo. Non c’è nessun interrogatorio, nessuna indagine pedante, ma solo continui ribaltamenti della verità , un abile intreccio di realtà ed apparenza, capace di portare lo spettatore allo stupore, grazie all’assoluta imprevedibilità della soluzione finale.

Ci piace, infine, riportare qualcosa sulla vita di Edgar Wallace: nato a Greenwich (GB) nel 1875, morto a Hollywood nel 1932. Figlio illegittimo di attori, venne adottato da un pescivendolo. Lasciata la scuola a 12 anni, fece vari mestieri, poi esordì come romanziere nel 1905 con il poliziesco “I quattro giusti” che ottenne un successo strepitoso. In pochi anni Wallace divenne uno dei re della letteratura d’evasione, guadagnò somme enormi che sperperò puntigliosamente. Quando morì aveva appena finito la stesura del soggetto di un film destinato a rimanere famoso: King Kong. Enorme la sua produzione: circa 175 romanzi, 15 drammi senza contare articoli e reportage. Oltre alla serie de “I quattro giusti” dove creò la figura del giustiziere, è da ricordare il ciclo di Mr. Reeder iniziato nel 1925 dove il detective è una figura bizzarra e forse il più straordinario degli investigatori creati da Wallace. E’ un ometto dall’apparenza innocua che nessuno degnerebbe di un secondo sguardo, ma chi lo conosce, soprattutto i criminali che hanno avuto a che fare con lui, sanno che sottovalutarlo vuol dire correre un grave rischio, perché la sua perspicacia nel risolvere i casi più complicati è pari forse solo alla sua simpatia.

 

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